martes, 10 de febrero de 2009

Il Palazzo Che Uccide (www.venetianlegends.it)


Che dire di Ca’ Dario che non sia già stato detto? Nulla, ovviamente! Ma non poteva certo mancare qui un “passaggio” in una delle dimore più conosciute di Venezia, in quanto a maledizioni che vi pendono.
Originaria della Dalmazia, la famiglia Dario è ricordata perlopiù per quel Giovanni che nel 1487 fece costruire (o almeno riammodernare) questo palazzo leggermente sbilenco sul Canal Grande. Pochi anni prima, nel 1479, come segretario della Repubblica a Costantinopoli aveva ratificato la pace con i turchi. Di Ca’ Dario c’è forse poco da aggiungere, se non ricordare la lunga trafila di miserie e di morti che da secoli colpiscono i proprietari del “palazzo maledetto”.
Giovanni Dario aveva una figlia, illegittima, che andò sposa ad un giovane della famiglia Barbaro, che acquisì dunque il Palazzo. Di lì a poco il Dario venne allontanato malamente dal Maggior Consiglio, il genero fu rovinato e la figlia morì di crepacuore.
Giacomo Barbaro, che abitò la casa nel diciassettesimo secolo, morì assassinato a Candia mentre ne era governatore. La comprò allora un mercante armeno, Arbit Abdoll, commerciante di diamanti, ma la maledizione della casa - che in città cominciava ad essere temuta dai veneziani - colpì ancora: l'armeno perse tutto, e morì in miseria. Curiosamente gli ospiti del palazzo non hanno mai subito la nefasta negatività dello stabile: questa ha colpito sempre e solo fra i proprietari. Unica eccezione l'amico dello studioso inglese Rawdon Brown, che assieme a quest'ultimo abitò il palazzo tra il 1838 e il 1842. Entrambi morirono suicidi. Brown in particolare dopo aver perso tutto.
Bisognerà aspettare qualche decennio, fino ai nostri tempi, per assistere ad un episodio analogo: il magnate statunitense Charles Briggs, altro proprietario dell'immobile, scappò dall'Italia per una infamante storia di omosessualità. Il suo amante si suicidò poco tempo dopo, in Messico. Anche il conte Filippo Giordano delle Lanze (siamo oramai a cavallo tra gli anni '60 e '70) perse la vita, proprio nel Palazzo, assassinato dal suo amante che gli spaccò la testa con una statuetta. A sua volta l'uomo, che si chiamava Raul, riparatosi a Londra, scomparve nel nulla.
Morte violenta anche per Cristopher Lambert nel 1981. Il manager del famoso complesso rock "The Who", diventato proprietario di Ca' Dario, non si salvò dalla maledizione. Né nulla potè contro il terribile potere occulto che aleggia sul palazzo il nuovo proprietario, Fabrizio Ferrari, un affarista veneziano, i cui capitali subirono un tracollo spaventoso, e la cui sorella, Nicoletta (che abitava nella dimora veneziana), venne trovata morta nuda in un prato a pochi metri dalla propria auto.
Fu allora che Ca' Dario venne acquistata da Raul Gardini, un ricco imprenditore della chimica italiana, che coinvolto in vicende giudiziarie legate a mazzette e corruzione si tolse la vita con un colpo di pistola (anche se sono in molti a sostenere una uccisione mascherata). A scampare al malocchio fu invece il celebre tenore Mario del Monaco, che tornando da uno degli incontri per la trattativa d'acquisto ebbe un gravissimo incidente d'auto, in seguito al quale rinunciò al palazzo.
Dicerie? Chiacchiere? Ogni edificio veneziano che abbia una storia antica è stato scena di episodi violenti, spiegano i più razionali, ma di certo quelle che aleggiano su Ca' Dario non sono semplici leggende. Tanto che la casa continua ad essere abitata da numerosi fantasmi, tra quelli dei proprietari che a causa di essa persero la vita.




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